Il Magazine della BCC Venezia Giulia

 

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Un vivaio di nome Susi

23 Dicembre 2020
di Giovanni Marzini
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Un vivaio di nome Susi

Susigarden, una storia lunga 40 anni con preziosi interventi, dove la cura del particolare, il rispetto della storia e l’amore per le piante fanno la differenza.

Aiello del Friuli con ogni probabilità resterà famoso a molti per aver dato i natali ad Enzo Bearzot, condottiero della nostra nazionale di calcio nella conquista del più bel mondiale di calcio, quello di Spagna. Quello che possiamo augurare a due nostri soci come Suzanne Lucas e Giovanni Geotti è che da adesso questo piccolo centro possa diventare famoso (ammesso che, come vedremo, già non lo sia…) anche per il loro splendido vivaio che già dal nome, “Susigarden”, ispira simpatia. Una lunga storia quello del vivaio di Aiello, che ha visto la luce (guarda caso!) proprio nell’anno del Mundial spagnolo, il 1982, in una piccola serra poi allargatasi sino alla più grande attuale sede di via Marconi, inaugurata nel 1994. Un nome, Susigarden, che Giovanni ha ovviamente dedicato a sua moglie, Suzanne, origini statunitensi, “anche se –confessa ad Ideale– ho dovuto faticare a lungo per convincerla, persona schiva qual è”. Un vivaio che per varietà ed ampiezza ha pochi paragoni nella nostra zona. “Ogni anno cerchiamo di portare sempre qualche novità nel nostro già ampio catalogo –aggiunge il titolare– e ci vantiamo di essere stati i primi a far vedere specie di piante e fiori, sconosciuti ai più”. Vivaio con rose antiche e moderne quello di Aiello; ed ancora hydrangee, viole, clematidi, rampicanti, arbusti ed erbacee perenni, pelargoni annuali, che sono qualcosa di più di un semplice geranio.

“Ogni anno cerchiamo di portare sempre qualche novità nel nostro già ampio catalogo.”

Un vivaio, quello di Susi e Giovanni, due soci di lunga data della nostra BCC di Staranzano e Villesse, che collabora da anni con diversi enti pubblici e privati sparsi per la penisola e che ha contribuito al restauro di molti giardini e dimore storiche, con un semplice e chiaro obiettivo: quello di restituire loro l’identità e il fascino di un tempo. Ma per realizzare ciò, il segreto che accompagna questo lavoro è quello di impiegare le essenze presenti nell’impianto originario e specie introdotte in seguito, ma con caratteristiche tali da valorizzare l’eleganza dei siti da curare, senza creare alcun effetto anacronistico. Il lavoro che più vi ha riempito d’orgoglio, chiediamo a Giovanni? “Senz’altro l’allestimento dei Giardini Segreti di villa Borghese a Roma –afferma senza esitazioni– anche perché servivano piante originali del ’500, in particolare le viole doppie. Non proprio facili da trovare. Ed una studiosa di botanica, casualmente risalì al nostro vivaio e dopo una visita ad Aiello ci assegnò il lavoro. 

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“Il nostro orgoglio? L’allestimento dei giardini di villa Borghese a Roma.”

Ma altre importanti commesse hanno accompagnato negli anni la crescita di Susigarden, che oggi vanta una decina di dipendenti con una clientela non solo italiana. “Vengono da diverse regioni –ricorda con malcelato orgoglio il signor Geotti– ma anche da Austria e Germania: clienti che giungono fino ad Aiello anche più volte nel corso di un anno, attratti dalla varietà e dalla qualità della nostra offerta. Giovanni, 76 anni, parla con l’entusiasmo e la grinta di un ragazzino. Di chi con passione ama incondizionatamente il proprio lavoro.
Neppure l’emergenza Covid è riuscita a fermarvi? “Fortunatamente i nostri governanti ci hanno messo poco più di una settimana per capire che i vivai e più in generale l’agricoltura, non sono attività che si possono chiudere, come un negozio. E da quando questa primavera abbiamo ripreso dopo un breve stop, non ci siamo più fermati. Ci siamo inventati anche noi una forma di delivery, con un centralino che raccoglieva decine di telefonate al giorno per organizzare le consegne a domicilio…”. Forse proprio perché la bellezza di un fiore, i colori di una pianta, l’armonia di un giardino sono la miglior medicina, almeno per l’animo...

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