
Bosio, il forno di famiglia che impasta futuro e tradizione
Non solo panificazione artigianale: un punto di riferimento anche per la mixology, con proposte curate nei dettagli e ingredienti selezionati a livello internazionale
Condividi articolo
Telefono: 0481 481502
Sito web: www.bistrotbosio.it
Indirizzo: Via Trieste 153 – 34079 Staranzano (GO), Via Cosulich 127 – 34074 Monfalcone (GO)
Contributo fotografico: Foto Studio Nadia – Staranzano
Il suo nome è legato da decenni alla storia di Staranzano, all’identità del paese e al proprio tessuto produttivo: di fatto, è l’ultimo forno dell’intero territorio comunale anche se, un po’ tirandola, si può mutuare l’adagio evangelico perché “non di solo pane vive Bosio”. E nonostante la riconosciuta qualità dei lievitati proposti – e la storia che ne vede le radici radicate proprio in quel settore – il locale di via Trieste è ormai un punto di riferimento per la proposta mixology con la costante ricerca di particolarità, novità e, chiaramente, ingredienti di alta qualità. «Potrei definirmi quasi un esteta», racconta Gianfranco Bosio, per tutti semplicemente Gian.
Non solo panificazione artigianale: il locale è diventato punto di riferimento anche per la mixology, con proposte curate nei dettagli e ingredienti selezionati a livello internazionale.
Fu il bisnonno Mario Degano, nel 1938, a portare il panificio in via Cosulich mentre il trasferimento in via Trieste risale agli anni ’60: una discendenza che, passando dal nonno Luciano Bosio e passando per il padre, Giorgio Bosio, prosegue ancora oggi. A lavorare nell’azienda di famiglia, oltre alla squadra affiatata di 21 dipendenti, c’è proprio Gian con la madre, Serena Martinelli, e la moglie Clizia.
Quattro generazioni, dal 1938 a oggi, hanno fatto del Forno Bosio un simbolo di Staranzano. Un’eredità che passa dal pane alla visione imprenditoriale, con Gian Bosio oggi alla guida insieme alla madre Serena e alla moglie Clizia.
«Quello che a noi preme è mantenere l’artigianalità del forno e del bistrot in un concetto di Glocal: la tradizione è la base dalla quale, poi, si cerca e si sperimenta guardando al globale e a cosa ci viene offerto dall’estero», precisa Gian che, negli anni, girando il Mondo, ha stretto amicizie e relazioni con professionisti che, poi, sono diventate partnership importanti per il locale stesso. Un esempio? Visto il periodo pasquale è la pinza il dolce tipico del territorio a farla da padrone. Ed ecco che la proposta è quella di «utilizzare una particolarità, ovvero uno speciale burro proveniente dal Belgio che è uno dei migliori al mondo». Gian lo racconta con la soddisfazione nella voce e la tipica brillantezza negli occhi di chi lo fa con passione.
Ma non c’è solo la ricercatezza del prodotto: «In un territorio è fondamentale mantenere il contatto con la clientela e con quanto ci circonda, avendo in mente un’azienda padronale e non manageriale. Non conta il numero di negozi che si aprono ma la qualità che vi si propone». Di fatto, oltre a Staranzano, Bosio è aperto anche a Monfalcone, nel rione di Panzano, con una rivendita. «In sintesi, produrre cose buone, produrre cose nuove ma portare anche avanti un messaggio».
In tante cose ma, nella praticità, partendo da un bene che ormai «sta diventando di lusso», ovvero il pane. E proprio parlando di farina, in questi ultimi mesi Gian si è lanciato in un progetto con il Mulino Quaglia, produttore della Farina Petra, che prevede di seguire un appezzamento di terra nel quale poter controllare dalla semina alla raccolta il prodotto, ovvero il grano: «Per mantenere la qualità – sentenzia Gian – bisogna avere ricercatezza».






Dal legame con la comunità locale alla collaborazione con mulini d’eccellenza per seguire tutta la filiera del grano, fino ai progetti futuri di laboratorio sostenibile: Bosio investe sul “glocal”, unendo radici e visione.
Da otto anni la trasformazione del locale va avanti e continua tutt’oggi: «Questo, per l’azienda, è il futuro e il mio viaggio alla ricerca del gusto non è ancora terminato», fantastica Gian mentre spiega i progetti futuri che possano coinvolgere anche il primo piano dello stabile. Ristorazione? Un piccolo b&b? Gian, Serena e Clizia sorridono. I progetti ci sono e sicuramente qualche idea innovativa arriverà.
Qualsiasi cosa sarà portata avanti, in ogni caso, sarà radicata nel territorio «seguendo lo stesso amore per la mia terra che mi ha trasmesso mio padre Giorgio». Un legame che si rafforza anche con la partnership con la Banca di Credito Cooperativo della Venezia Giulia: fu proprio Giorgio Bosio a diventare socio dell’allora Bcc di Staranzano e il sostegno dall’istituto e viceversa non è mai mancato. Lo sa bene il direttore della filiale staranzanese, Marco Centini, che ascolta la passione che traspare dal racconto di Gian davanti a un caffè, mentre la clientela va e viene in un’affollata mattina di inizio aprile. «La loro – riflette Centini – è un’eccellenza del territorio che va sostenuta e valorizzata. Realtà simili sono orgoglio per l’intero territorio e per il nostro istituto che li vede parte attiva tra i soci».
«I prossimi anni – conclude Gian – ci vedranno impegnati nella realizzazione di un laboratorio nuovo, sostenibile sia economicamente che in termini di produzione: pensare a una panificazione solo notturna è ormai impensabile e irrealistico. Non vogliamo essere dei don Chisciotte bensì una realtà intelligente. Il nostro viaggio, insomma, non è ancora finito».

Altre storie

Mutuo Tasso Fisso
Il MUTUO BCC PRIMA CASA a tasso fisso garantisce sicurezza e stabilità nel tempo!
MAGGIORI INFORMAZIONI