Il Magazine della BCC Venezia Giulia

 

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Il mare in barca

25 Luglio 2019
di Fabiana Martini
I protagonisti
L'articolo in questa pagina è tratto dalla versione cartacea di Ideale: il magazine trimestrale della nostra Banca che dal 2017 ha raccontato i protagonisti dell’economia e del territorio. Puoi sfogliare tutti i numeri passati della rivista da qui

Il mare in barca

L’impresa del Bat, una delle signore del Mediterraneo. Acquistata e restaurata da Carlo Sciarrelli.

Il mare in barca

Nato in barca non è solo un modo di dire nei confronti di quelli che non sono tanto avvezzi a chiudere le porte, potrebbe essere una sorta di pay off di Guglielmo Danelon, che in barca ci va veramente da sempre. Come velista e socio dell’Adriaco, il club che custodisce il Bat –un’imbarcazione antica che quest’anno spegne 130 candeline– Danelon non poteva mancare al battesimo del “Progetto Bat 200”, l’impresa lanciata dall’armatore milanese Paolo Lodigiani, che è partito il 28 maggio da Sanremo. Con questa piccola imbarcazione in legno, una delle più piccole naviganti al mondo, varata a fine Ottocento presso il cantiere inglese di Maldon e acquistata e restaurata da Carlo Sciarrelli alla fine degli anni Cinquanta, conta di arrivare a Trieste il 25 luglio.

“Guglielmo Danelon: “Non penso che potrei vivere in una città senza mare.”

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Passione per la vela, per il mare e per le barche in legno, perché sono dei pezzi unici, con una storia alle spalle. Come la Sorella e come il Bat, che ne ha viste davvero tante e ora sta facendo una vera e propria impresa: infatti, se circumnavigare l’Italia non è così inconsueto, farlo con un’imbarcazione così piccola lo è di certo. Ma anche in questo caso la passione, che davvero come dice Gibran è la vela della nostra anima navigante, ha avuto la meglio: Paolo Lodigiani, l’armatore che fa anche lo skipper e l’ospite, è uno yacht designer, costruttore di imbarcazioni in legno e scrittore di libri nel campo della progettazione navale, amante della letteratura e delle barche, ma anche attento a trasmettere questo fuoco. Tra gli obiettivi del viaggio, infatti, che punta a percorrere 1.700 miglia di mare toccando oltre 50 porti, c’è quello di far conoscere il Bat alle nuove generazioni, di promuovere la scuola di vela da lui fondata in Senegal, sollecitando un contributo attraverso attrezzature o barche usate, di raccogliere informazioni e documenti per un libro sulle barche tradizionali di prossima pubblicazione. Oltre naturalmente a quello di festeggiare i 70 anni dell’armatore e i 130 dell’imbarcazione (da qui il nome dell’impresa, Progetto Bat 200). E una festa che si rispetti promuove condivisione, compagnia: non è un caso che ad ogni tappa, fatta eccezione per lo skipper, l’equipaggio cambi, è lunga la lista di amici pronti a salire sul Bat e a darsi da fare, dal momento che a bordo non esistono meccanismi servoassistiti e le manovre alla vela si svolgono interamente a mano. Ma in barca si sta sempre bene: chi ha la passione del mare diventa subito tuo amico, afferma con convinzione Danelon. Non c’è dunque da stupirsi che Lodigiani preferisca le murate della vela ai muri che avrebbe potuto costruire con l’impresa di famiglia.

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