Il Magazine della BCC Venezia Giulia

 

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Natura e territorio: BCC affianco al Consorzio apicoltori della provincia di Gorizia

18 Novembre 2021
di Stefano Mattia Pribetti

Natura e territorio: BCC affianco al Consorzio apicoltori della provincia di Gorizia

Da quasi 70 anni il consorzio tutela gli apicoltori e la produzione di miele e organizza iniziative per mantenere viva questa disciplina.

La salvaguardia delle api è essenziale per il benessere del territorio e del pianeta stesso, per questo la BCC Staranzano e Villesse sostiene il Consorzio degli apicoltori della provincia di Gorizia. Il Consorzio obbligatorio è stato istituito nel 1925 con le finalità di difendere l'apicoltura dalle malattie, tutelare i diritti dei possessori di alveari e incrementare l'apicoltura. Attualmente i soci sono circa 220 e circa 4600 sono gli alveari regolarmente detenuti. I mieli prodotti nella nostra provincia sono eccellenze riconosciute a livello nazionale, con profumi e sapori che spaziano dal Carso alla laguna di Grado e dal Collio fino a lungo tutto l'Isonzo, tuttavia l’annata 2021 è stata la peggiore degli ultimi trent’anni con un decremento di più dell’80 per cento, e ha visto azzerata la produzione di tutti i mieli primaverili.

Una passione trasversale che abbraccia tutte le età e coinvolge le aziende vitivinicole del territorio. Il Consorzio organizza anche un corso in collaborazione con l’Istituto Tecnico Agrario di Gorizia.

“Negli ultimi anni –spiega il presidente Pierantonio Belletti- chi si avvicina alle api lo fa per differenti motivi, il pensionato o lo studente animato da pura passione, il giovane che desidera iniziare una attività di integrazione al reddito o anche aziende vitivinicole –soprattutto nella zona della Doc Isonzo e Collio- che optano per soluzioni legate al green e mantenimento della biodiversità, come il progetto Api in Vigna (Wine & Bees)”. Per favorire tutto questo, dal 2001 il Consorzio organizza ogni anno in collaborazione con l’istituto Tecnico Agrario di Gradisca d’Isonzo un corso di apicoltura di base a cui tutti possono partecipare se seriamente motivati.
“In qualità di presidente del Consorzio che ha iniziato la sua attività apistica circa trent’anni fa –spiega Belletti– mi chiedo ancora oggi cosa mi spinge a continuare a fare l’apicoltore. Chi inizia, in realtà, non smette più. Per chi fa questo mestiere l’arrivo della primavera è come rivedere un amico che per mesi ti è stato accanto in silenzio, l’emozione dopo il lungo inverno nell’aprire un alveare e fermarsi semplicemente ad osservare, annusare toccare con le mani rende il tutto ancora misterioso a chi pensa che le api soltanto pungano e producano miele”.