Il Feudo di Enzo Lorenzon

I Feudi di Romans: scopriamo l'azienda agricola Lorenzon a San Canzian d'Isonzo.

12 Dicembre 2025 di Ivan Bianchi
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Sede: Via Cà Del Bosco, 16 – Località Pieris, San Canzian d’Isonzo 34075 (GO)
Tel: +39 0481 76445
email: info@ideufidiromans.it
sito web: www.ifeudidiromans.it


A San Canzian d’Isonzo, l’azienda agricola Lorenzon si propone oggi come una delle realtà vitivinicole più significative del Friuli Venezia Giulia. Il marchio “I Feudi di Romans”, che identifica la produzione vinicola dell’azienda, convoglia storia familiare, territori vocati e scelte produttive che guardano al futuro con una consapevolezza e una sapienza tipica dei nostri padri.

La fondazione dell’azienda risale agli anni ’50, quando Severino Lorenzon acquistò terreni che allora erano considerati poco promettenti e in parte abbandonati. Su quelle aree piantò le sue prime vigne, supportato da condizioni naturali favorevoli: il fiume Isonzo vicino, suoli ricchi, il clima che alterna influenze mediterranee e freschezza tipica delle zone collinari.

L’attuale gestione è familiare: Enzo Lorenzon guida l’azienda insieme ai figli Davide, enologo e responsabile della produzione, e Nicola, che cura la strategia commerciale e marketing. È dalla loro visione che I Feudi di Romans ha saputo crescere in capacità produttiva, presenza sui mercati e qualità. Tra famiglia, dipendenti commerciali e del punto vendita e in campagna, sono in quindici attualmente a lavorare nell’azienda.

Il patrimonio vitato è oggi di circa 70 ettari nella zona DOC Friuli Isonzo. L’azienda produce diverse centinaia di migliaia di bottiglie l’anno (tra 500/550 mila), con una distribuzione che copre l’Italia e paesi esteri.

Le pratiche in vigna e in cantina sono improntate alla sostenibilità: l’azienda fa uso di tecnologie più moderne, di pratiche rispettose del suolo, gestione delle risorse idriche, ricerca varietale anche con varietà resistenti.

Sul piano economico Lorenzon S.r.l. è una società agricola ben strutturata. Il numero dei dipendenti è di una trentina circa. Enzo Lorenzon è, tra l’altro, uno dei primi clienti della Bcc Venezia Giulia, allora Bcc Staranzano. Con Marco Ghinelli, come racconta lo stesso responsabile area territoriale, «il rapporto personale è eccezionale da una vita. Dal punto di vista bancario – prosegue Ghinelli – è uno dei nostri clienti storici e tra i primi. La filiale di San Canzian d’Isonzo ha sempre fruito di questa presenza particolare, anche perché Enzo è una delle persone più note dell’intero territorio». Un rapporto schietto, «forte di una presenza di mezzo secolo all’interno del nostro Istituto».

Le pratiche in vigna e in cantina sono improntate alla sostenibilità: l’azienda fa uso di tecnologie più moderne (irrigazione interrata, pannelli fotovoltaici), di pratiche rispettose del suolo, gestione delle risorse idriche, ricerca varietale anche con varietà resistenti. Una recente novità è stata il lancio della Ribolla Gialla affinata in anfora, esempio della volontà di sperimentare pur restando legati al vitigno autoctono.

L’azienda manifesta anche attenzione al territorio e all’ambiente con progetti che riguardano energie rinnovabili: un impianto fotovoltaico è stato installato con una capacità di 183kW e 70kW di accumulo. «L’idea – raccontano Nicola ed Enzo – è di proseguire nella sostenibilità evitando diserbi e utilizzando trattamenti non invasivi». Loro la chiamano «enologia ragionata», il che significa «intervenire come ci chiede il vigneto. Fondamentale è l’irrigazione sotterranea o sub-irrigazione con un risparmio del 70/80% di acqua e che permette la ferti-irrigazione portando i nutrimenti direttamente alla pianta in base alle analisi che ci segnalano di cosa essa abbia bisogno».

Attualmente la produzione vede 70 ettari su 90 a vigneto, distribuiti tra San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo e Turriaco. La cantina è attrezzata «con una tecnologia tradizionale ma di qualità e con un occhio al futuro». Il 40% dei prodotti sono venduti successivamente in Italia mentre il 45% è esportato. Il restante, circa un 15%, viene venduto al punto vendita.  

Il mercato, in sé, è buono anche se i recenti dazi introdotti dagli Stati Uniti «hanno rallentato la risposta da parte degli importatori facendo chiedere sconti ai produttori. Sì – precisa Nicola Lorenzon – con i dazi abbiamo perso un po’ di mercato ma prevedendo il loro arrivo abbiamo spostato una parte delle vendite che venivano effettuate a livello statunitense in altre zone, dall’Italia ad altri mercati europei, in particolare in Romania, in Bulgaria, in Francia, e, fuori dall’Europa, in Paesi come l’Uzbekistan, tra i vari, ma anche il Messico, la Cina, la Repubblica Dominicana, la Spagna e il Brasile».

«Dal punto di vista agronomico ogni anno togliamo vigneti vecchi o con qualità che non hanno appeal. In media si tratta di due o tre ettari di vigneto nuovo all’anno con tipologie che sono richieste dal mercato, seguendo anche i gusti del futuro», racconta Nicola. Ma il mercato, si sa, è strano: «Oggi tipologie come Pinot grigio e Chardonnay che si davano per spacciate stanno tornando alla ribalta», proseguono. «C’è un’attenzione rinnovata anche per il pinot grigio friulano».

I vini dell’azienda mostrano varietà e identità: accanto ad autoctoni come la Ribolla Gialla, che in versione affinata in anfora mostra longevità e carattere minerale, ci sono bottiglie che rispecchiano uno stile equilibrato, fatto di freschezza aromatica, struttura, rispetto varietale. Il Friulano 2020, per esempio, è stato oggetto di apprezzamenti nelle recensioni: equilibrio tra note fruttate, mandorla, fiori di campo. Vini che vengono anche premiati, come i recenti premi di Wine Enthusiast, la più rinomata rivista statunitense del settore, che ha assegnato 91 punti al Sontium 2021, al Pinot Nero 2022 al Pinot Grigio 2023. Apprezzato anche il Sauvignon 2023 con 90 punti, e il Sontium 2020 con 92 punti.

I Lorenzon non fanno propria la forbice che sempre più si instaura tra tradizione e innovazione ma, anzi, conservano le radici, le competenze familiari, la sensibilità locale, e le abbinano a tecniche sostenibili, visione del mercato, sperimentazione. Sono una voce che parla oggi e ancora nel futuro di Friuli Venezia Giulia attraverso il vino, una voce impegnata non solo a produrre rinomati vini in bottiglia ma a costruire identità, tutela del territorio e qualità condivisa.


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