
Domini Legnami: Un mestiere antico fatto con tecnologie moderne
L'ultima segheria dell'Isontino investe sull'innovazione e sul futuro.
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Sede: Via Enrico Mattei, 10, 34070 San Pier d’Isonzo GO
Tel: 0481 70747
Email: info@dominilegnami.it
Sito: www.dominilegnami.it
Una storia lunga settantotto anni è quella che contraddistingue la Domini Legnami di San Pier d’Isonzo. E, forse, l’unicità dell’ultima segheria dell’Isontino sta proprio in questo: continuare una tradizione perpetrata da decenni unendo innovatività, qualità, rapidità nella consegna, attenzione al cliente ed ecologia. Il tutto senza alcuna perdita economica, anzi: di recente l’azienda ha ampliato i suoi dipendenti, assumendo varie nuove figure e raggiungendo le 13 unità. Con un’età media piuttosto bassa: 37 anni.
A dare inizio all’attività Igino Domini, padre di Adriano attuale proprietario, che nel 1935, a soli 13 anni, comincia a lavorare a Sauris per la segheria De Antoni. Nel 1955 apre un commercio di tavolame a Versa e, nel ’60, costruisce un nuovo capannone a Ronchi dei Legionari proprio per il trattamento del legname, attività che verrà portata avanti assieme alla moglie e ai figli, Adriano e Marzia, fino al 1995. Anno dell’acquisto dell’attuale stabilimento di San Pier, dove si specializzano nelle lavorazioni dei tronchi e segati per soddisfare le più svariate esigenze del commercio.
Nel 2013 l’azienda ha ottenuto il marchio Pefc, ossia la certificazione della catena di custodia dei prodotti di origine forestale. A tutto ciò, l’azienda ha voluto omologarsi alla certificazione Fsc.
Ultima tappa, in ordine di tempo, l’adeguamento, primo caso in tutto il Friuli Venezia Giulia, al regolamento 995 dell’Unione Europea, conosciuto anche come ‘Due Diligence’, finalizzato a contrastare il commercio di legname di origine o di taglio illegale e di prodotti da esso derivati. Nel 2013 l’azienda ha anche ottenuto il marchio Pefc, ossia la certificazione della catena di custodia dei prodotti di origine forestale. A tutto ciò, l’azienda ha voluto omologarsi alla certificazione Fsc.
Un import che, come racconta lo stesso Adriano, se prima vedeva arrivare principalmente tronchi dall’Austria ora è stato decisamente rimodellato, acquistando gran parte del legname dalla regione. Si è deciso di aumentare la filiera corta, tanto che l’azienda è l’unica del territorio isontino a essere entrata nella filiera ‘Boschi Alto Tagliamento’, della quale fa parte anche una segheria di Ampezzo.
Il lavoro nello stabilimento non prevede alcuno spreco: il cascame di lavorazione, prodotto da un primo taglio, viene spedito a Bicinicco dove una ditta specializzata provvede a trasformarlo in truciolati e derivati, mentre la segatura è utilizzata come combustibile per la caldaia, che alimenta l’essiccatoio e scalda gli uffici e due appartamenti. Ovviamente il legno bruciato è tutto vergine, senza alcun trattamento. Inoltre, 380 sono i Kilowatt/ora prodotti dai due impianti fotovoltaici installati sul tetto dell’azienda che servono ad alimentare uffici e macchinari. Tra le numerose attività, l’azienda si occupa anche di trattamenti antiparassitari in loco. «Non utilizziamo alcun agente chimico – spiega Adriano Domini – ma eliminiamo i parassiti con il solo calore».


Adriano, ormai in pensione, non è solo: a gestire l’azienda sono da anni i due figli Caterina e Alberto. Rispettivamente classe 1992 e 1994 fin dal termine degli studi hanno affiancato il padre nella gestione aziendale fino a prenderne le redini.
Sarà, poi, attiva a breve una refilatrice da poco acquistata per taglio laterale del legname che arriva già dalla “segatronchi” installata in linea. Insomma, l’evoluzione e gli investimenti sono all’ordine del giorno.

L’intero processo, però, parte dai due grandi piazzali dove viene stoccato il materiale: i tronchi vengono caricati sui vari carri mentre l’operatore sceglie lo spessore in cui tagliare. Per il 90% il materiale giunge dal territorio regionale. Una volta realizzato il prodotto, lo stesso viene immagazzinato e accatastato in base a spessore e qualità: «Principalmente sono semilavorati per l’imballo», spiega Alberto. E la produzione non è da poco: si parla di 20mila metri cubi annui.
«Già nel 1992 si puntava a un’economia circolare sul campo e non sulla carta: per questo abbiamo installato una caldaia a segatura nella quale scaldiamo i locali ed essicchiamo il legno con un sottoprodotto della produzione da legno vergine, non da prodotti e quindi non inquinanti», racconta ancora Alberto.
Adriano si dice soddisfatto di come, negli ultimi anni, si sia ampliato a livello regionale il dialogo fra le persone che lavorano nella filiera dal bosco fino al consumatore, Regione compresa. «Siamo esempio perché le attività produttive, il cluster legno arredo e legno servizi si incontrano e ritrovano parlando e interloquendo tra necessità e richieste. C’è un dialogo comune». D’altronde, la Domini Legnami è l’unica segheria nell’intera provincia di Gorizia servendo anche quella di Trieste. «Spesso si pensa a boscaiolo e segheria come distruzione dell’habitat e dell’ecosistema ma non è così. Ci sono piani regolamentati che dicono esattamente cosa si possa fare e cosa si possa tagliare. È una programmazione per riuscire a far vivere il bosco».
In sei mesi l’azienda produce quindici quintali di cascami di lavorazione più cinquemila quintali di segatura di cui una parte viene riutilizzata mentre il resto viene venduto per fare pellet o lettiere.
«All’inizio si lavorava per i porti e per i cantieri navali poi negli anni il lavoro è calato e abbiamo eseguito una ricerca nel manzanese per capire come si tagliavano gli elementi per le sedie. Ci vuole un po’ bravura e un po’ di fortuna prima del crollo del triangolo della sedia. In quel momento abbiamo deciso di lanciarci sui tetti in legno. Attualmente proseguiamo quasi esclusivamente con gli imballi», racconta Adriano. «Non c’è solo il legno ma anche il servizio. Sì guarda a come si evolve il mercato».
Non solo personale, perché Domini ha deciso, nel 2020, di migliorare la propria caldaia comprando una griglia mobile che consente alla segatura di entrare umida e uscire quasi totalmente asciutta, pronta per essere bruciata e utilizzata per riscaldare gli ambienti o produrre energia.
«Fondamentale è stare al passo con i tempi sia dal punto tecnologico che di macchinari», precisa Caterina. «Ogni anno si cerca di investire una parte degli utili per rinnovare i macchinari sia in termini di impatto uomo-macchina che per velocizzare la produzione e ottimizzare i processi. C’è un risposta: i macchinari di ultima tecnologia consentono un collegamento veloce tra macchina e uffici e si è riusciti ad abbattere anche una parte di fatica fisica all’interno della produzione».




Alberto e Caterina si dicono «contenti: per noi è un onore e uno stimolo poter portar avanti un’azienda storica come la nostra con 78 anni di attività. La sfida principale del futuro sarà stare al passo con il mercato. Ma anche quella del personale».
In tutto ciò c’è anche la questione del bosco che cambia: «Il Vaia e le infestazioni di Bostrico non aiutano e hanno inciso. Se non ci sarà più l’abete ci saranno altre specie e va detto che non sarà facile produrre quanto facciamo oggi con altri materiali. Ma studieremo qualche soluzione!».
Fondamentale è anche la collaborazione tra azienda e Comune di San Pier d’Isonzo ma anche tra la Domini Legnami e BCC Venezia Giulia. «Il nostro è un legame importante – rilevano il direttore generale Gabriele Bellon e l’area manager Marco Ghinelli — essendo Domini una delle principali aziende del territorio e avendo un numero di maestranze importante. Fondamentale per noi è il rapporto stretto sia con gli imprenditori, Adriano, Caterina e Alberto, sia con gli operai. La nostra è una Banca del Territorio che assiste imprenditori e dipendenti ma anche le famiglie dei dipendenti stessi. Domini è un esempio perché ha costruito una circolarità economica importante praticamente a chilometro zero. La nostra mission è assistere la società che è uno dei principi ESG, uno degli obiettivi che ci guidano in questi anni».







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